ENEA: l’Italia riduce le emissioni più dell’Europa

Valvestino Dam on Lake Garda in Italy. Hydroelectric power plant.
ENEA

ENEA ha pubblicato i dati del sistema energetico nazionale per il primo semestre del 2024. Il settore energetico italiano ha registrato progressi significativi, con un aumento record delle fonti rinnovabili (+25%) e una forte riduzione delle emissioni di CO2 (-6%). Questi risultati, che superano le medie dell’Eurozona (-4% per le emissioni di CO2), sono stati evidenziati dall’Analisi ENEA del sistema energetico nazionale, che offre uno spaccato interessante della situazione energetica del Paese.

Crescono le rinnovabili e scendono i fossili

Uno dei dati più significativi del rapporto è l’incremento del 25% delle fonti rinnovabili nel mix energetico, con una quota complessiva che ha raggiunto il 44% della produzione elettrica nel primo semestre. In alcuni mesi, questa quota ha superato il 52%, trainata principalmente dall’aumento della produzione idroelettrica (+65%).

Questo cambiamento ha avuto un impatto positivo sulle emissioni di CO2, con una riduzione complessiva del 6% rispetto al semestre precedente, in linea con l’obiettivo di decarbonizzazione dell’Italia per il 2030. In particolare, il settore elettrico ha registrato un calo delle emissioni del 32%, grazie all’aumento delle rinnovabili e alla diminuzione dell’uso di fonti fossili.

L’Analisi ENEA mostra una significativa riduzione nell’uso di fonti fossili. Il carbone ha subito un calo del 60%, molto superiore alla media dell’Eurozona (-24%), e anche il consumo di gas naturale è diminuito del 5%, confermando un trend di graduale abbandono delle fonti energetiche più inquinanti.

Alcune criticità secondo ENEA

Nonostante questi progressi, l’Analisi ENEA evidenzia alcune criticità. Il percorso di decarbonizzazione, seppur avviato, è ancora insufficiente in settori non-ETS (terziario, residenziale, trasporti e industria non energivora), dove le emissioni di CO2 sono aumentate dell’1%. Questo incremento è dovuto soprattutto ai consumi per la mobilità stradale e il trasporto aereo, che hanno superato i livelli pre-Covid.

Per raggiungere gli obiettivi climatici europei, le emissioni in questi settori dovrebbero ridursi di almeno il 5% annuo. Tuttavia, la crescita delle fonti rinnovabili in questi ambiti resta inferiore rispetto a quanto previsto dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), rendendo necessarie azioni più incisive.

Dal punto di vista della sicurezza energetica, l’Italia ha registrato un miglioramento grazie alla riduzione della domanda di energia, in particolare nei settori dell’elettricità e del gas. Tuttavia, i prezzi dell’energia per famiglie e imprese rimangono alti rispetto alla media europea. Nel secondo trimestre del 2024, il prezzo medio dell’energia in Italia è stato più del doppio rispetto a quello di Germania, Francia e Spagna, evidenziando una significativa disparità.

La sfida della competitività nelle tecnologie per la decarbonizzazione

Un altro aspetto critico emerso dall’analisi riguarda la competitività dell’Italia nelle tecnologie energetiche per la decarbonizzazione. La dipendenza dalle importazioni di tecnologie low carbon è in aumento dal 2017, raggiungendo lo 0,34% del PIL nel 2023. Particolarmente preoccupanti sono i deficit nel settore del fotovoltaico (-2 miliardi di euro), degli accumulatori (-3 miliardi) e dei veicoli a basse emissioni (-2 miliardi).

Segnali positivi si osservano solo per il solare termico e gli elettrolizzatori, che però hanno un peso marginale sul saldo complessivo. Questi dati evidenziano la necessità di rafforzare la competitività interna per ridurre la dipendenza dall’estero e cogliere le opportunità legate alla transizione energetica.