Batterie, altri 8 milioni di euro per GES dal MIMIT

L’obiettivo è creare una nuova generazione di accumulatori non tossici, sicuri, che utilizzino materiali facilmente reperibili. In totale ha ricevuto 61 milioni.

Si completa il finanziamento alla società GES – Green Energy Storage finalizzato alla realizzazione di batterie a idrogeno. Si tratta di un sistema di accumulo di energia da fonti rinnovabili che utilizza il manganese, un materiale facilmente reperibile e innocuo. Il MIMIT, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha infatti stanziato in favore della Pmi innovativa trentina ulteriori risorse per euro 8,5 milioni. Lo ha fatto con l’emanazione del decreto di concessione integrativa al contributo IPCEI a fondo perduto inizialmente concesso per euro 53 milioni a marzo 2022. Il contributo complessivo ammonta, pertanto, a euro 61,5 milioni, pari a circa il 98,5% dei costi di progetto.

Con questa misura si completa l’assegnazione di risorse a fondo perduto fino all’importo previsto dalla relativa decisione della Commissione Europea del gennaio 2021. Grazie al contributo IPCEI, la società completerà il progetto di sviluppo della propria batteria a flusso manganese-idrogeno fino alla fase di prima applicazione industriale e successiva produzione e commercializzazione. Ad oggi, dopo la registrazione del brevetto, GES sta lavorando alla realizzazione del prototipo della batteria. Intanto si è aggiudicata il premio “Stoccaggio” nella categoria “Innovazione in ambito tecnologico” agli IHTA –  Italian Hydrogen Technology Awards.

“Gli accumulatori agli ioni di litio hanno al momento un ruolo primario ma presentano criticità geopolitiche e ambientali”, spiega Salvatore Pinto, presidente e socio di maggioranza della Pmi trentina. “Oltre ad avere vantaggi in termini di sostenibilità e indipendenza energetica, le batterie GES promettono di essere competitive anche a livello economico, perché il manganese costa meno, noi siamo a quattro centesimi/KWh e contiamo di arrivare 2 centesimi per KWh”.

GES conta sulla collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler e il centro di ricerca basco Fundación Tekniker. Per gli elettrodi ha come partner De Nora e per le membrane Solvay.

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