Crisi Climatica nei Media Italiani

Copertura mediatica inadeguata della crisi climatica

Un nuovo rapporto commissionato da Greenpeace Italia all’Osservatorio di Pavia ha rivelato preoccupazioni significative riguardo alla scarsa visibilità della crisi climatica nei media italiani. Nel periodo da gennaio ad aprile 2023, i cinque principali quotidiani nazionali e i telegiornali sembrano aver dedicato meno attenzione al problema rispetto all’anno precedente. Nonostante il crescente urgenza dei cambiamenti climatici, la crisi climatica ha ottenuto pochissimo spazio in prima pagina, spesso relegata a eventi estremi o proteste di attivisti.

Dipendenza economica e pubblicità dalle aziende inquinanti

Un aspetto rivelatore emerso dal rapporto è la persistente influenza dell’industria dei combustibili fossili e di settori inquinanti sui media. Si stima che più del 20% delle notizie diffuse da importanti giornali e telegiornali nazionali propaghi argomentazioni contrarie alla transizione energetica e alle azioni per mitigare il riscaldamento globale. Le pubblicità delle aziende legate all’inquinamento, tra cui settori automobilistici, aerei e crocieristici, continuano ad occupare uno spazio significativo, sollevando dubbi sulla neutralità della copertura mediatica.

Narrativi contro la transizione energetica e le azioni per il clima

Il rapporto rivela che alcuni dei narrativi contro la transizione energetica e le azioni per il clima sono diffusi attraverso le notizie. Argomenti che minimizzano i costi eccessivi della transizione o promuovono una gradualità negli interventi, favorendo l’inazione, sono emersi come parte di un’agenda che può ritardare il passaggio ai combustibili rinnovabili. Queste narrazioni spesso contengono anche disinformazioni e fake news, alimentando la sfiducia verso le azioni climatiche.

Telegiornali e social media: una panoramica della situazione

Anche i telegiornali, che svolgono un ruolo fondamentale nella formazione dell’opinione pubblica, sembrano offrire una copertura limitata della crisi climatica. Meno del 2% delle notizie trasmesse durante le edizioni serali dei principali telegiornali menziona la crisi climatica. Tuttavia, alcuni telegiornali, come il TG5 e il TG1, hanno dato più spazio ai cambiamenti climatici rispetto ad altri.

Sui social media, piattaforme sempre più influenti per le giovani generazioni, la copertura della crisi climatica è stata inferiore al 3%. Tuttavia, l’attenzione su aspetti sociali e ambientali indica una crescente consapevolezza della complessità della questione tra i giovani.

Greenpeace Italia lancia la campagna media “Stranger Green” per contrastare il greenwashing

In risposta a queste problematiche, Greenpeace Italia ha lanciato la campagna “Stranger Green”, mirata a contrastare il greenwashing e la disinformazione sulla crisi climatica. L’associazione ambientalista vuole affrontare l’influenza dell’industria dei combustibili fossili sui media, sottolineando l’importanza di una copertura trasparente e accurata dei cambiamenti climatici. La campagna intende promuovere una transizione energetica verso fonti rinnovabili e sfidare le narrativi dannosi che ostacolano gli sforzi di mitigazione climatica.

In conclusione, il rapporto di Greenpeace Italia solleva questioni vitali sulla copertura mediatica della crisi climatica nei media italiani. L’influenza dell’industria e la diffusione di narrazioni contro le azioni climatiche richiedono un’attenzione più critica e responsabile da parte dei media stessi, al fine di affrontare efficacemente la sfida dei cambiamenti climatici.

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